CALCIO NAPOLI RUSSO - In un’intervista di qualche settimana fa Lorenzo Insigne aveva sollevato la questione su un grande problema del Napoli. A detta dell’attaccante gli azzurri dispongono di un'ampia rosa di talenti che però non vengono seguiti come dovrebbero. Infatti questi ragazzi o si trasferiscono nei vivai del Nord dove hanno la possibilità di essere osservati da un numero maggiore di talent scout, oppure rimangano nascosti nelle scuole calcio campane senza avere nessuna possibilità di crescita.
Per dare sostegno alla sua tesi Insigne ha fatto l’esempio di un giovane talento con cui è cresciuto, ma che non ha avuto la sua stessa fortuna, Emanuele Russo. L’attaccante oggi è all'ottava stagione con la maglia del Picerno, è stato definito da Insigne così:
“Un ragazzo fortissimo, lo giuro, un giocatore di una qualità pazzesca, non ho mai visto nessuno con la sua tecnica. Spostava la palla in un centimetro. La controllava con i piedi come si farebbe con le mani.”
Nell’intervista rilasciata a Tuttomercatoweb Emanuele Russo torna sulle parole di Insigne e spiega le sue ragioni e le motivazioni delle sue scelte.
"Perché ho scelto di restare nonostante le tante richieste? Scelta di cuore. Sono veramente molto legato a questa società e a tante persone che mi hanno sempre dimostrato grande affetto. Non me la sentivo di andare via, anche in passato sono arrivate proposte ma un capitano non abbandona mai nei momenti di difficoltà. Non nego che ci sono stati sondaggi anche da parte di club blasonati, ma qui sto benissimo. Vivo con la mia famiglia: ho una compagna, un figlio, una società che non mi fa mancare nulla. Sono felice così, sono un ragazzo umile che sa apprezzare le piccole cose ed è fiero della carriera che ha costruito. Anzi, potrei stabilizzarmi qua anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo".
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"Mi preme ringraziarlo pubblicamente per le sue dichiarazioni, è tanta roba che un campione come lui si ricordi di me. Era l'anno degli Allievi Nazionali, una formazione importante composta, tra gli altri, da gente come Lorenzo, Sepe e Maiello. Qualcuno diceva che avevamo caratteristiche simili, non a caso in campo ci intendevamo a memoria e ci capivano con un solo sguardo. Da tifoso del Napoli sono doppiamente contento di vedere quanto ha dato alla causa azzurra, mi piacerebbe ricevere la sua maglia. Ora andrà via, sono scelte di vita che vanno rispettate. Non sappiamo quali dinamiche societarie si siano innescate"
"Se mi aspettavo questa carriera per Lorenzo? Certo, già allora notavamo fosse un calciatore fantastico. Davvero forte. E' arrivato ad altissimi livelli e, come detto, la cosa mi rende orgoglioso. Io perché non sono in Serie A? Forse non ho trovato persone che credessero fortemente nelle mie potenzialità, ci sono tanti fattori che indirizzano una carriera. Lorenzo è partito fortissimo nel settore giovanile, poi ha incontrato un allenatore del livello di Zeman prima a Foggia e poi a Pescara e questo gli ha permesso di esplodere definitivamente. Io sfortunato? La buona sorte deve accompagnarti sempre, ma te la devi anche andare a cercare".
"A Napoli ci sono tantissimi talenti che potrebbero già calcare palcoscenici importanti, ma occorre trovare il contesto giusto. Io non ho grossi rimpianti, sono molto contento della carriera che ho fatto".