Vulcano De Laurentiis: "Miei i soldi per il Napoli. Scuola da rifare, mafia e lobbies nel sistema"

30 Agosto 2020
- di
Redazione MagicoNapoli
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Aurelio De Laurentiis ha partecipato al convegno ‘Ricostruire: la parola alle imprese’. Insieme al presidente del Napoli, al convegno condotto da Leopoldo Gasbarro di Wall Street Italia, anche altre personalità. L'amministratore Delegato di Magnaghi Aeronautica Paolo Graziano, l'Amministratore Delegato "Walter Tosto" Luca Tosto, l'amministratore Delegato Triboo Group Riccardo Maria Monti ed in collegamento da Milano, Giuseppe Castagna, Amministratore Delegato di Banco BPM. 

De Laurentiis parla delle imprese in generale. “Noi guardiamo sempre avanti, ma da 20 anni troviamo un freno pazzesco. Nel 2005 avremmo dovuto prevedere la crisi che poi s'è aggravata ora col Covid. Il convegno è su come ricostruire le imprese, ma Confindustria è stata assente, io quando ci andavo già sentivo cose superate. Pensavano al terzo millennio come quello dei beni immateriali, ma io nel cinema c'ero già dentro in realtà. Nel calcio invece non sapevo nulla, avevo giocato a basket".

"Mi interessava l'unione sul piano spettacolare, cosa offrire al pubblico, il massimo in sala ed in tv ed il massimo della popolarità nel calcio che accomuna tutti. Noi siamo in mano a degli inesperti, degli incapaci. Voi immaginate a scuola se nell'ora di ginnastica uno spiegasse un'ora di tattica, di calcio, per farli appassionati, mollando i videogiochi, gli ipad, per far rintronare questi bambini con genitori irresponsabili. L'ho detto a dei genitori del perché dare questi cellulare. La scuola in generale fa acqua da tutte le parti, i politici per stare in sella per decenni, fanno crescere gli ignoranti, quei pochi andranno all'estero". 

Si parla del ritardo della digitalizzazione e Aurelio De Laurentiis non usa mezzi termini. “Anche chi ci ha governato aveva interessi per ritardare la digitalizzazione. Questo resta un Paese di poteri forti, mafia, P2, camorra, mafia. Manca spesso lo Stato, a volte è colluso".

Il presidente è un fiume in piena. “Il coraggio devono averlo anche i banchieri, per non essere dei bancari. Io ho sempre immaginato cosa voleva il pubblico, di 400 film ringraziando il cielo non ne ho sbagliato uno. Di 20 società, la mia è l'unica non indebitata, anzi ha una riserva di liquidità notevole, in un contesto comunque difficile perché se lavori in modo corretto porti a casa i risultati. In primis più che ricostruire, bisogna rifondare, a partire dall'unione del territorio, parlare di Italia e non di regioni. Perché il Sud deve sempre sentirsi inferiore a Milano, la nuova capitale d'Europa, l'abbiamo visto come lo è stata!"

E aggiunge. "Lei avrebbe - dice riferendosi a Castagna - il coraggio di diventare un banchiere che fa impresa con gli imprenditori? Pensando anche al futuro, col governo che apre cantieri, crea posti di lavoro, scuole, difesa dei mestieri che vanno tramandati. Oggi fare il contadino, con le nuove tecnologie, è un fatto intellettuale, non più dell'aratro da spingere con fatica. Ma i figli dei contadini per volontà dei genitori non sono più per la specializzazione e vogliono l'Università che quasi non esistono. Noi siamo indietro secoli sulle università Usa. L'Europa non s'è mai costituita, l'Inghilterra sempre lì da sola, senza uniformare la moneta, la  lingua inglese per tutti, tenendo poi l'italiano come ricchezza".

Si passa al calcio: “ Napoli un'oasi anche finanziaria? Il calcio italiano va rivisitato con regole diverse. Bisogna stabilire il rispetto per i tifosi, il campionato deve essere prioritario ed invece sembriamo dipendenti dell'Uefa che dovrebbe essere un secretariato, Ceferin esiste in funzione dei Paesi e dei club, non noi in sua funzione. Ora c'è il problema che in Francia sono tornati i focolai, in Spagna anche, i casi aumentano. Aspettiamo, ma siamo ancora lontani da un vaccino ed il problema è di capire se dobbiamo lavorare per la Nazionale di Mancini o per i tifosi napoletani. La Juve per i tifosi juventini e così via, tutti dovrebbero partire quando è tutto sanificato. Ieri c'erano casi alla Roma, vengono fuori casi a destra e sinistra, poi ci sono gli stadi chiusi e quindi auto-castrazione e significa essere degli stupidi".

Le istituzioni del calcio non sono esenti da colpe. "La Figc aspetta la Lega, cioè noi, i club non sono capaci di decidere, i 20 club tranne il Napoli hanno collezionato 3 miliardi di debiti, questo va bene? Per la Figc non sarebbero neanche ammissibili, ma poi il povero Gravina dice: cosa devo fare? Non partiamo? Solo quattro squadre dovrebbero iniziare? Io ero l'unico che mi battevo per i 5 cambi, prima ancora per la panchina, si mandavano i giocatori pagati in tribuna durante le partite. Poi c'è il fair play finanziario per chi fa le coppe, gli altri 13 non partecipano e su molte scelte vai in minoranza in assemblea".

Infine, Aurelio De Laurentiis non fa mistero di un particolare. “Non esiste politica senza economia. In Italia si fa politica senza pensare all'economica, senza l'Europa che ci dava questi soldi stavamo veramente messi male. Dopo una recessione che va avanti dal 2007, e lo sapevamo dal 2005, ma non c'è vision. Io ricordo che presi il Napoli senza sapere nulla di calcio, ma l'industria del cinema è una delle più complesse con competenza mondiale, c'era Profumo all'Unicredit e mi disse. 'Cosa fai, ti do tutto quello che vuoi, quanto vuoi per i film in America, ma il calcio no, tu pensa che siamo interisti e non gli abbiamo dato un euro a Moratti’. Ma mi ascoltò e poi mi disse 'hai ragione, ma il comitato è in vacanza', e misi miei soldi personali per prendere il Napoli e non me ne sono mai pentito ed ho avuto ragione".

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