Buon compleanno nuovo Napoli. Sono trascorsi 16 anni da quando Aurelio De Laurentiis ha rilevato il club azzurro dal Tribunale. Una scalata dalla serie C alla Champions League. Inarrestabile sotto certi aspetti. Perché il Napoli ha ritrovato anche la visibilità in campo internazionale e visto grandi campioni scendere in campo al San Paolo.
Estate 2004. Napoli è calda. Caotica. Delusa. Franco Carraro, allora presidente della Figc, è il nemico numero uno. Il Napoli ha debiti che non gli consentono di iscriversi al campionato. In serie B, prima con Giorgio Corbelli e poi con Salvatore Nardi, il Napoli si trascinava in una lenta agonia. Troppo lenta. Palleggiando tra serie A e B. Ciò che una piazza come quella partenopea non meritava. Il 27 luglio 2004 il Napoli muore, escluso dalla serie cadetta. Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia poi scomparso, prova la scalata. C’è anche la giornata di Orgoglio Partenopeo con 40mila persone allo stadio e un biglietto da 5 euro. Gaucci scegli anche l’allenatore: Angelo Gregucci.
Gaucci, che chiede il fitto del ramo d’azienda per salvare il Napoli, vede la sua proposta bocciata dal Coni. Nel ritiro di Tarvisio ci sono 34 camere prenotate per i calciatori. Resteranno inesorabilmente vuote in attesa di turisti inconsapevoli di rovistare letti destinati a una parte della storia del calcio italiano. E’ il 5 agosto. Napoli è in subbuglio. In 5mila manifestano a piazza Municipio, il Premier Berlusconi chiede la documentazione per un intervento, il Governatore Antonio Bassolino e il sindaco Rosa Russo Iervolino sono in balìa della città.
C’è lo scontro tra Tribunale e Figc. Da Castelcapuano ordinano che il Napoli vada iscritto dietro al pagamento di 46milioni di euro in 5 anni da parte di Gaucci, trasformando il fitto del ramo d’azienda in acquisizione del club con la presenza della curatela nel nuovo Cda. Gaucci regala anche rose al sindaco Iervolino, siamo al 7 agosto. Ma la Figc non è d’accordo. Per la Federazione il Napoli non esiste più.
Il Lodo Petrucci, dopo un incontro a Roma al quale partecipa anche Franco Carraro, è l’unica soluzione per la città e per la squadra. Il sindaco convoca un consiglio comunale straordinario. “Bisogna fare presto”. E’ una resa. Napoli è in ginocchio. La squadra degli scudetti, delle magie di Diego, dei sogni, non c’è più. Finita nella gabbia di un fallimento, come le tante squadre di provincia italiane gestite da improvvisati presidenti.
In attesa di una svolta, il 12 agosto il Napoli diventa una X nel calendario di serie C1. La Fiorentina era stata appena promossa con il doppio salto dalla C2 alla B e il Napoli cancellato. Sì cancellato. Con una X, come se la passione, la storia, la pazzia totale di una città per la sua squadra fosse diventata anonima.
Il 18 agosto, forte delle decisioni del Tribunale, Luciano Gaucci porta 18 calciatori in ritiro. Spuntano nomi di acquirenti, da Paolo De Luca ad Enrico Preziosi. Tutti vogliono la fetta della torta che tornerà ad essere gustosa. Pure Giampaolo Pozzo, patron dell’Udinese, si getta nella mischia. Intanto, i tifosi ricambiano Carraro con un lancio di uova all’esterno del Tribunale.
Si arriva al 25 agosto, dove da Capri arrivano le prime dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis. E’ il nuovo pretendente e dice che il Napoli può essere il volano per far crescere l’intero Sud Italia, in sostanza, nel suo primo messaggio. E il giorno dopo affilia alla Figc la Napoli Soccer, una nuova società. Il Napoli di Gaucci gioca le prime amichevoli, mentre l’ex patron del Perugia fa causa alla Figc chiedendo un risarcimento di 80 milioni di euro.
Il 31 agosto 2004 la svolta. Il Tribunale boccia il progetto Gaucci. Nello stesso giorno, alle 8 del mattino, Aurelio De Laurentiis arriva in motoscafo da Capri. Va in banca, prepara 8 assegni circolari per un totale di 31 milioni di euro da consegnare alla fallimentare. Il 4 settembre il Tribunale decide che il Napoli è di Aurelio De Laurentiis. Il 6 settembre 2004 il produttore cinematografico firma l’acquisto del Napoli in Tribunale. Nasce il Napoli Soccer che partecipa alla serie C1 con Gian Piero Ventura allenatore, poi esonerato per far spazio a Edy Reja. Ma questa è un’altra storia, scritta per nuove generazioni. Buon compleanno nuovo Napoli.