CALCIO NAPOLI LLORENTE - Fernando Llorente è tornato in Spagna, più precisamente nella città natale della moglie Sab Sebastian. Conclusa la parentesi Udinese, i suoi scarpini calcano il manto verde di casa dell'Eibar, squadra della Segunda Division. Qui è stato raggiunto dai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ai quali ha raccontato le sue impressioni sul Napoli e alcuni retroscena del suo addio.
“Non sarà facile farne a meno, in campo come nello spogliatoio. Hanno segnato centinaia di gol, scrivendo pagine importanti della storia del club. Per sostituirli, spero arrivi qualche giovane di prospettiva, che contribuisca a rendere il Napoli vincente: la città lo merita”.
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“Me lo auguro, faccio il tifo per loro. La gente di Napoli aspetta questo momento da decenni, in azzurro ho ancora tanti amici come Fabian, Lozano e Ciro. La squadra lotta per il vertice da tante stagioni: la vittoria del campionato sarebbe la giusta ricompensa dopo anni di sforzi”.
“Ero stato voluto da Ancelotti, poi è arrivato Gattuso e con lui non si è mai creato il giusto feeling: credeva non fossi adatto al suo gioco. La pandemia ha complicato ulteriormente la situazione. Ne ho risentito fisicamente, ma anche a livello mentale e, quando siamo tornati in campo, ho faticato a rimettermi in forma, soprattutto perché non sentivo la fiducia del mio allenatore. Ho perso il ritmo-partita, non riuscivo a dimostrare il mio valore, così sono finito fuori rosa e ho dovuto cambiare aria per rimettermi in discussione”.
“Chissà. Una volta appesi gli scarpini al chiodo sarebbe bello rimanere nel mondo del calcio. Al momento, però, non ci penso più di tanto. Do priorità alla mia famiglia e ai miei figli, che sono iscritti alla scuola di San Sebastian. In futuro, vorrei ritagliarmi un ruolo che sia compatibile con queste esigenze”.