Le verità di Arek Milik. "Napoli, niente guerra"

13 Ottobre 2020
- di
Redazione MagicoNapoli
Categorie:
Condividi:
le verità di arek milik
Array
Tempo di lettura: 3 minuti

Le verità di Arek Milik. L’attaccante del Napoli ha parlato a Sportowefakty. In Polonia con al sua nazionale, Milik si è concesso un’intervista nella quale ha spiegato le sue ragioni, quelle che lo hanno bloccato al Napoli.

"Il mio destino era in bilico fino alle ultime ore del mercato. Si è parlato troppo di me e non sempre si è detta la verità. Per questo voglio fare chiarezza. Il Napoli voleva rinnovare il contratto e mi ha detto firma o vieni ceduto. Ho deciso di andare altrove, di provare qualcosa di diverso. Il mio manager stava cercando una squadra. C'erano diversi interessi, ci sono stati colloqui. La pandemia ha complicato alcune cose”.

Milik resta blindato sulle squadre che lo volevano. “Non voglio fare nomi, ma so che per un trasferimento ci vogliono diversi accordi. C'è stato il via libera da parte mia. Ma i club non andavano d'accordo. E sono rimasto a Napoli”. Parole che si riferiscono alla Juventus. 

L’attaccante polacco, però, è stato vicinissimo alla Roma. “Ho fatto le visite mediche e andava tutto bene. Il club fece anche un comunicato. Ma non voglio dire qual è stata la squadra a cui sono stato più vicino”. Conferma però che era una squadra italiana ed è facile intendere che sia la Juventus.

L’attaccante vuole cancellare l’idea che sia veniale. “Fosse stato per soldi, avrei già rinnovato. Ho ricevuto una buona proposta. Ma la vita di un atleta è breve e all'età di 26 anni volevo crescere ed essere un calciatore migliore. Questo è il momento giusto per una nuova sfida. Molte cose sono state fraintese. Non c'è mai stata ostilità da parte mia verso il Napoli. Ho grande rispetto per la società e ho trascorso 4 anni meravigliosi. Ma ho deciso così, questa è la mia scelta. Ai giornalisti italiani piace aggiungere un po' di dramma a questioni semplici”. 

Le verità di Arek Milik portano anche a raccontare i suoi rapporti con il club. “Da parte mia non c’è nessuna guerra. Spero che i tifosi dopo questa intervista capiscano che non ho mai mancato di rispetto alla società. Io volevo separarmi in armonia. Il club, però, non ha mai comunicato con le squadre in cui volevo andare. Questa non è stata una bella cosa per me. 

Io e Aurelio De Laurentiis abbiamo sempre avuto un buon rapporto, so come ragiona. Non credo sia stato influenzato dai media”. 

Però Milik ci è rimasto male. “Il mancato inserimento nelle liste l'ho scoperto dai giornali, ma mi aspettavo una scelta del genere. Però la mancanza di comunicazione non è del tutto professionale. Sono stato capocannoniere negli ultimi due anni e ho dato sempre il massimo”. 

Le verità di arek Milik escludono anche un incontro a breve con De Laurentiis. “Non so se cambierà qualcosa parlandoci. Vedremo come andrà a finire. Intanto fino all'ultimo giorno del mio contratto mi allenerò come si deve. Gattuso mi tratta come uno dei tanti, non come un calciatore che deve andare via. Non mi ha fatto sentire che qualcosa è cambiato. Fisicamente sto bene”.

Milik ci è rimasto male anche per le critiche personali. “Non è bello che la mia ragazza legga le offese nei miei e nostri confronti. Qualche tifoso si è anche avvicinato per chiedermi se stavo per andarmene. Non c'è odio, ma ripeto: molti leggono cose non vede e la gente ci crede”.

Alla base dei contrasti anche la sua pubblicità. Tra le verità di arek Milik c’è anche quella che porta alla sponsorizzazione non autorizzata dalla società al suo ristorante in Polonia. “La società detiene il 100% dei diritti d'immagine. Potrei esserne accusato, ma non è un problema che riguarda il mio addio. Sono questioni che si risolvono in poche ore”. 

Infine un sorriso sulla Coppa Italia vinta. “E' stato un anno strano a causa della pandemia, ci sono stati momenti difficili come il cambio allenatore, ma abbiamo concluso la stagione nel migliore dei modi".

logo facebookLogo Instagram
Magiconapoli.it - Testata giornalistica - Tribunale di Roma - Iscrizione n.89/2022
chevron-down