MILLA INTERVISTA KOULIBALY DE LAURENTIIS - La giornata di ieri si è accesa per le parole del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Il patron azzurro ha tuonato contro le condizioni dei giocatori africani, a suo dire costretti a lasciare la squadra per partecipare alla Coppa d'Africa. Un'affermazione che ha provocato uno tsunami di risposte. Tra le tante, a far notizia è stata quella dell'ex azzurro Kalidou Koulibaly, il quale ha sottolineato come non sia giusto parlare così delle nazionali africane e come quello che ha detto De Laurentiis non sia il pensiero della città di Napoli e dei suoi tifosi. Sulla stessa lunghezza d'onda del senegalese, direttamente dalle pagine de La Gazzetta dello Sport, si è posto oggi Roger Milla, leggenda del calcio africano. Ecco, di seguito, le sue dichiarazioni.
"Prendendo come base che ognuno è libero di avere le proprie idee e di operare come meglio crede, a me sembra che il presidente del Napoli manchi di rispetto al calcio africano e al nostro continente. Lui ha una squadra di calcio famosa e potente in Serie A e non sono certo io a potergli dire come operare, chi comprare, come giocare, cosa fare. Non è davvero mia intenzione. Ma nel momento in cui il signor De Laurentiis dice che non comprerà più calciatori africani finché non sarà spostata la competizione più importante del nostro continente sta mancando di rispetto al calcio africano e ai Paesi che partecipano alla Coppa d'Africa. Perché l'Africa? Perché sempre l'Africa?".
"Risposta equilibrata e orgogliosa? Aggiungerei legittima. Ha parlato da capitano della Nazionale del Senegal, i campioni d'Africa. Ma vede? Sono sempre i calciatori a difendere i propri Paesi e la propria terra. Mai i dirigenti. Abbiamo grandissimi uomini oltre che grandi calciatori. Ed è per questo che a De Laurentiis dico che se non vuole i calciatori africani, peggio per lui. Ci rimette il Napoli, perché per noi il mercato ci sarà sempre, e a grandissimo livello".
"Quando io giocavo in Francia - racconta Milla - ogni volta che dovevo rappresentare la mia nazionale, nelle qualificazioni Mondiali o per la Coppa d'Africa, era un problema. Al tempo eravamo pochi i calciatori africani in Europa e i club avevano grande forza. Oggi i rappresentanti del nostro continente sono tanti e di altissimo livello e hanno acquisito capacità di negoziare. Ma il problema di fondo è lo stesso".