INSIGNE, BUONA LA PRIMA - Un esordio come gli altri. Una prima da giocare per dar vita a un nuovo campionato. L’ottavo in azzurro. Quante ne ha viste il capitano Lorenzo Insigne. Davanti ai suoi occhi è passata la recente storia del Napoli. Tra alti e bassi, momenti d’oro e un Maurizio Sarri che al suo arrivo in panchina voleva cambiargli posizione.
Nella prima giornata di campionato Lorenzo Insigne si esalta. Per lui, nelle ultime tre volte, è stato un successo. Tre assist realizzati e tre reti. Un Insigne magico, di quelli che alla prima danno la sensazione che sia il grande anno, quello con un Lorenzo in più. Lascia intendere che può fare la differenza, rompere ogni equilibrio. Per vicissitudini sue e della squadra non sempre va così. Ma Lorenzo è un talento da tutelare.
Ogni allenatore del Napoli per lui ha avuto un progetto tattico. Qualcosa da chiedergli. Arrivato al Napoli con Walter Mazzarri, di ritorno dall'avventura sulla giostra del Pescara di Zdenek Zeman con Ciro Immobile e Marco Verratti, l’esterno è stato sempre al centro delle attenzioni. Stagione 2012/13, Insigne deve crescere. Mazzarri ha un Cavani straordinario in attacco e un Marek Hamsik all’apice della sua crescita. Lorenzo si inserisce bene. Può diventare il grande idolo, l’uomo della svolta. Poi arriva Rafa Benitez che lo vuole più indietro, più largo, in aiuto al terzino. Fatica e copertura che quasi offendono il talento.
Ma lo spagnolo non è l’unico allenatore che lo vuole diverso. Maurizio Sarri al suo arrivo lo vuole trequartista, al centro, alle spalle di due attaccanti. Esperimento fallito e dopo tre giornate Insigne torna a sinistra.
Con Carlo Ancelotti anche la tribuna contro il Genk e l'ammutinamento in Champions. Storia dei giorni nostri. Poi arriva Rino Gattuso e gli dà le chiavi del Napoli. E oggi Lorenzo Insigne, per la prima volta dopo 8 anni in azzurro, non si sente sotto esame.
