Napoli - Milan oltre il calcio. Città unite nel segno di Garibaldi. Il Napoli e il Milan da sempre sono protagoniste di spettacolari big match.
Le due città di appartenenza delle squadre che si sfideranno stasera sono agli antipodi, ma non in tutto. Anche se diverse per cultura, modo di vivere e storia sono accomunate da uno stesso momento: l'Unità di Italia.
E' il Risorgimento il periodo in cui Regno Sabaudo e il Regno di Napoli diventano il Regno D'Italia. In cui Nord e Sud diventano un'unica realtà territoriale.
Le differenze c'erano, ci sono e resteranno. Ma l'eroe grazie al quale è nata l'Italia è lo stesso: Giuseppe Garibaldi.
E' considerato dalla storiografia e nella cultura popolare del XX secolo il principale eroe nazionale italiano. Garibaldi iniziò i suoi spostamenti per il mondo come ufficiale di navi mercantili. Per poi diventare capitano di lungo corso. La sua impresa più nota fu la vittoriosa spedizione dei Mille. Ottenne così l'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d'Italia, episodio centrale nel processo di unificazione della nuova nazione.
Per celebrare l'eroe nazionale, la sua impresa, il momento storico le città iniziarono a costruire statue che raffigurassero il patriota.
Napoli e Milano furono tra le prime ad omaggiare.
Nella città partenopea la statua di Garibaldi a cavallo troneggia nel mezzo della Piazza Della Stazione o Piazza Garibaldi. Fu realizzata dallo scultore fiorentino Cesare Zocchi e fu posizionata nel luogo che ospitava gli ultimi tratti delle mura aragonesi. Mura ancora in buone condizioni. Il bronzo si leva su un basamento di piperno, con piedistallo di granito. In basso, ai piedi della statua del generale, si osservano altri bronzi. Tra questi “Partenope liberata”, “Garibaldi acclamato dalla folla” e “L’incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi”.
A Milano, invece, fu indetto un concorso per la costruzione di statue e omaggi monumentali all'eroe del Risorgimento.
Il Consiglio comunale milanese, infatti, bandì un concorso per ottenere il miglior progetto possibile. Fu richiesto ai partecipanti il bozzetto per una statua di dimensioni imponenti, dove l'eroe fosse rappresentato a cavallo in posa guerresca. Si dovettero attendere tre concorsi. Solo al terzo tentativo, nell'ottobre del 1888, fu nominato vincitore il siciliano Ettore Ximenes pur tra malumori e dissidi in seno alla stessa commissione giudicatrice.
L'opera vincitrice, in bronzo, rappresenta Garibaldi a cavallo, in divisa militare, quale generale dell'esercito sabaudo. Accanto al condottiero, ai lati del basamento in granito e marmo progettato dall'architetto Guidini, spiccano le due allegorie della Rivoluzione e della Libertà.
Da allora, salvo il breve periodo in cui il monumento venne rimosso per permettere i lavori di realizzazione della metropolitana 1, Garibaldi scruta fisso l'orizzonte. Sguardo rivolto verso via Dante, o meglio, verso Roma che non riuscì mai a conquistare.
Garibaldi non conquistò Roma, diventata poi capitale dell’Italia unita. Napoli e Milano saranno, però, sempre distanti. Con punti di incontro bellissimi, come quelli raccontati e trovati da Luciano de Crescenzo, il compianto filosofo che nel personaggio di Bellavista ha raccontato le diversità di due realtà che nell’Italia unita saranno sportivamente sempre rivali.