Bologna - Napoli, sfida a tavola: genovese e 'o rraù dalla Campania

8 Novembre 2020
- di
Redazione MagicoNapoli
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Una gastronomia ricca, profondamente radicata alle tradizioni e ai tanti prodotti della terra. Soprattutto una tavola diversificata fra le varie zone che compongono il panorama regionale. La cucina napoletana, golosa e succulenta, affonda le sue radici nel periodo greco-romano. La pasta secca nasce con la semola di grano duro, impastata con acqua e infine trafilata in bronzo. Ciò la rende ruvida di modo tale cattura ogni tipo di condimento. Viene poi fatta essiccare lentamente a basse temperature. 

Napoli è tanto variegata nei colori e nei profumi della cucina quanto nelle forme della pasta. Non si consumano tantissimo al di fuori dei confini della Regione, non godono della suggestiva grancassa mediatica dei paccheri, né dell’universalità dei vermicelli: eppure sono proprio loro, spezzati, a farsi con le loro pareti lisce e la rigidità della struttura compagni ideali dei due più celebri sughi della tradizione napoletana: la genovese e, naturalmente, o’ rraù. 

Sono gli 'ziti' il formato che forse più di ogni altro rappresenta la Campania reale. Il nome, di per sé, evoca atmosfere di festa: gli 'ziti' in senso proprio, altro non sono che i fidanzati o promessi sposi. Cio' significa che il servizio di questo formato, riccamente condito, era imprescindibile per celebrare le nozze in maniera propizia. Da provare assolutamente sono gli ziti lardiati, conditi con un sugo a base di pomodoro al basilico, cipolle, pecorino, e naturalmente lardo.

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