Calzona: "Spalletti innovatore da sempre, ma col Napoli si sta superando"

14 Ottobre 2022
- di
Emanuele Catone
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Calzona
Tempo di lettura: 2 minuti

INTERVISTA CALZONA NAPOLI SPALLETTI - Francesco Calzona è un volto noto nello spogliatoio e sulla panchina del Napoli. È stato per 13 anni il vice di Maurizio Sarri e per un anno di Luciano Spalletti. Questa estate è poi arrivata la grande chiamata, quella della Nazionale slovacca, e lui l'ha colta al volo. Ma l'allenatore non smette di seguire gli azzurri e ha parlato della magica stagione dei partenopei in una intervista al Corriere dello Sport.

Napoli, l'intervista di Calzona al Corriere dello Sport

"Da Tegoleto - che è Arezzo, dove io giocavo - all’Avellino, al Verona, al Perugia, al Grosseto, all’Alessandria, al Sorrento, all’Empoli e poi al Napoli, dove sono stato suo collaboratore. Ringrazio Sarri per quel che mi ha dato e penso e spero di aver ricambiato. L’anno dei 91 punti a Napoli è stata un’emozione continua, vive ancora adesso dentro chi l’ha attraversata. Un momento di calcio elettrizzante".

Su Spalletti

"Un fiume di calcio, con il quale poi ti soffermi a parlare anche di altro. Un innovatore da sempre, la sua Roma, e glielo ho detto, ha raggiunto vette di spettacolarità impressionanti. Ma ho il sospetto che adesso si stia superando. Vedo giocarli, come l’altra sera, ed è allegria, spensieratezza, organizzazione. E’ la squadra più bella d’Europa, affronta chiunque allo stesso modo. Vanno applauditi tutti, De Laurentiis, Giuntoli, l’area tecnica e Spalletti: hanno allestito un potenziale da favola, ringiovanendo l’organico. Possono andare oltre quel Napoli dei 91 punti".

Sul Napoli

"Il Napoli ti dà gusto enorme, hai voglia di vederlo. E’ spettacolare, affamato , verticale. E’ tante cose. Io sento spesso Luciano, mi confronto, ascolto. E’ bravo perché si adatta agli uomini che ha e poi costruisce il calcio che con loro si può adottare. Non si fossilizza".

Su Lobotka

"Giocatore e persona straordinaria. Il Napoli, e Giuntoli e Spalletti principalmente, ci hanno creduto anche quando non brillava. Non era semplice aspettarlo, lo hanno fatto perché erano consapevoli delle sue qualità. Ed hanno avuto ragione".

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