INTERVISTA ACERBI JUAN JESUS RAZZISMO - A due giorni dalla sentenza che lo ha scagionato dalle accuse di razzismo da parte di Juan Jesus, Francesco Acerbi ha deciso di rompere il silenzio con una intervista al Corriere della Sera.
"Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti. Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto".
"La sentenza è stata una liberazione. Ma nella liberazione sono comunque triste per tutta la situazione che si è creata, per come era finita in campo, per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere niente. Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno. Questa non è lotta contro il razzismo, non c’è stato nessun razzismo in campo e io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah e quando mi fu trovato il tumore ricevetti una telefonata a sorpresa da lui che ancora oggi mi emoziona".