NAPOLI INTERVISTA SIMEONE - Giovanni Simeone, attaccante in forza al Napoli di Walter Mazzarri, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Marca dove ha parlato dell'imminente sfida che vedrà i campioni d'Italia misurarsi con il Real Madrid, al Bernabéu: "Troveremo una squadra con tanta voglia ed energia. Abbiamo battuto l'Atalanta e visto già qualcosa del Napoli della passata stagione. Stiamo iniziando un cammino per lottare per le prime posizioni. Vogliamo fare una grande partita a Madrid".
"Abbiamo fatto qualcosa di storico. E la mente gioca un ruolo fondamentale nel potersi rilassare o credere che sia tutto facile. Le squadre poi prima affrontavano un Napoli 'aspirante', ora uno campione. Ma siamo sulla strada giusta".
"Ci puoi andare solo di notte, un lunedì magari, e tardi. È l'unico momento in cui puoi godertelo. L'unico pazzo che è andato lì quando il Napoli è diventato campione contro l'Udinese è stato mio padre: si è nascosto ed è andato".
"Sì, soprattutto per l'importanza della partita. Non lo vedo però come un sogno particolare, come sarebbe per esempio un gol in finale di Champions League. Segnare al Bernabéu è un obiettivo della mia carriera, per dimostrare a me stesso e alla squadra che siamo una delle migliori squadre d'Europa. È speciale per il Napoli ma pure per me, perché ho vissuto tutta la vita con l'Atlético Madrid nel petto. Ho sempre avuto la maglia dell'Atlético, sono un grande tifoso al di là di mio padre. Segnare o vincere al Bernabéu è qualcosa da raccontare ai tuoi figli. Sapranno che c'è un Simeone in campo, con la garra e la personalità di mio padre, è la stessa. Vado a morte su ogni pallone, che sia al Bernabéu o in un altro stadio".
"Le solite: oltre al Real Madrid, il Manchester City è una squadra che entusiasma. Proveremo anche noi ad essere lì, fra quelle".
"Mi mancano ancora tanti anni di carriera e spero un giorno possa succedere. Il calcio dà tante possibilità e spero un giorno di poter essere vicino a mio padre e di non dover prendere l'aereo per vederlo".
"È difficile entrare in un gruppo dove tuo padre è l'allenatore. I giocatori sono egoisti, potrebbero dire 'c'è il figlio di Simeone'...O magari devono parlare dell'allenatore e ci sono io lì. Sarebbe complicato".