Doveva essere la gara dell'aggancio al Milan, diventa quella del rimpianto con i rossoneri che vincono 3-1 al San Paolo. Che scopre limiti, tecnici e mentali, di un Napoli che va ko in casa contro i rossoneri. Pesante l’assenza di Osimhen, perché Mertens nonostante il gol pare non sappia più vestire i panni della prima punta dopo l’ennesima bocciatura di Petagna. E Lozano trequartista è un esperimente che finisce male, come un’ampolla che esplode nel laboratorio di uno scienziato. Così il 3-1 firmato Ibrahimovic diventa ancora più devastante se si pensa a ciò che combina Koulibaly, uno dei difensori più forti al momento che sbaglia le scelte decisive. Il peggiore, insieme al senegalese, è l’irriconoscibile Di Lorenzo.
Rino Gattuso, pezzo di storia del Diavolo, rinuncia al paradiso della classifica, scivolando fuori dalla zona Champions nel girone infernale di chi cerca la gloria superiore alle sue possibilità. Se aggiungiamo un Insigne non in versione nazionale, l’analisi che ne viene fuori è dura e cruda, perché il Milan al San Paolo è telecomandato da Pioli che è a casa con il Covid, ma ha Bonera da megafono a bordo campo.
Fin dalle prime battute il Napoli cerca la velocità. Però è il Milan che in avvio ha il centrocampo, con Ibrahimovic che mette anche Rebic a tu per tu con Meret ma la conclusione è da dimenticare. L’inizio è rossonero, Politano e Manolas bucano su un calcio d’angolo e Kjaer dall’interno dell’area calcia clamorosamente alto. La sensazione è di un Milan che ha in mano i ritmi della partita, provando a far correre il Napoli a vuoto. L’attacco super leggero di Gattuso nei primi 20’ non viene mai innescato, Mertens finisce tra Kjaer e Romagnoli, Lozano va a caccia di una mattonella e Politano solo se parte da dietro gioca palla.
Così, al 20’ segna il Milan: Theo Hernandez liberissimo crossa per Ibrahimovic al centro dell’area che di testa la mette dove Meret non può arrivare. Koulibaly è in ritardo, sulla fascia destra del Napoli nessuno chiude. Gli occhi sgranati di Gattuso la dicono lunga sulla serie di concessioni della sua difesa ai rossoneri.
Così, nella foga di rimettere subito in piedi la partita, Lozano va a posizionarsi stabilmente a destra, con Politano che fa l’elastico tra la fascia e il centro. Lo schiaffo del gol scuote il Napoli che si riorganizza intorno a Bakayoko. Mertens va alla conclusione girandosi dall’interno dell’area, ma Donnarumma è super. Pochi istanti dopo Bakayoko trova Rebic sulla linea, poi Di Lorenzo a porta vuota colpisce la parte bassa della traversa da pochi passi e infile Lozano gira alto. Ora il Napoli è in campo. Riesce a fare ciò che voleva fare: attaccare senza dare riferimenti. Il Milan va a prendere il Napoli alto e gli azzurri fanno fatica ad uscire palla al piede. Senza Osimhen davanti e Ospina a lanciare con i piedi di alternative non ce ne sono. Ad accendersi è Politano, ma senza precisione, con una conclusione a lato.
Nella ripresa il Napoli inizia con interminabili minuti di possesso palla senza però entrare nel cuore dell’area rossonera. Si riparte con Politano a destra e Lozano che va più in mezzo al campo. Però Ibrahimovic non perdona e al 54’ ancora una volta ridimensiona Koulibaly, mettendosi alle spalle del senegalese che guarda solo il pallone e impattando un perfetto assist di Rebic con la coscia sotto misura per il 2-0. Azione partita da un disastro di Di Lorenzo in attacco e da una perfetta verticalizzazione di Calhanoglu.
Gattuso corre ai ripari. Zielinski prende il posto di Lozano. Se dopo il primo gol incassato il Napoli aveva reagito, la seconda rete è un ko psicologico durissimo. Eppure, sul primo cross indovinato da Mario Rui, Mertens controlla e segna la rete dell’1-2 a pochi passi. Era già pronto a entrare Petagna, ma nel momento più difficile il gol riporta il Napoli nella partita. Poi al 65’ la squadra di Gattuso resta in dieci dopo un fallo di Bakayoko su Theo Hernandez. La seconda ammonizione del francese è giusta, ma la prima deriva da un errore di Valeri, che il Napoli paga a distanza. Napoli con il 4-2-3. Politano chiede il cambio, Petagna va a cercare la profondità perché con un uomo in meno in mezzo al campo il Napoli difficilmente può tentare l’uscita dal basso.
In dieci uomini, Insigne prende la sua squadra per mano, proprio mentre Ibrahimovic riporta un infortunio muscolare. Non incide più di tanto. Kessie spaventa per un capogiro, ma la grande occasione capita a Petagna che va a concludere chiamando Donnarumma alla parata centrale. Hauge, allo scadere, segna il 3-1, sull’ennesima palla concessa da Di Lorenzo a Benaccer in mezzo al campo. Finisce qui. I sogni tornano nel cassetto.