Andrea Petagna riparte. Lo fa con il gol al Crotone. Una rete che vale solo per le statistiche nella maggior parte dei casi. Non nel caso di Petagna. È una stagione complicata per l'attaccante e per il suo rapporto con il gol. Troppi errori, poca freddezza, poca lucidità. E non è il peso di una maglia importante, perché lui ha vestito anche quella del Milan, debuttando giovanissimo in Champions League.
È il peso di una responsabilità in un attacco stellare probabilmente. Il gol al Crotone è una piccola luce tra i tanti errori. Contro l'Az e contro i calabresi si è divorato 4 gol prima di trovare la porta. Doveva fare quello che ha fatto Dries Mertens allo Scida nello sviluppo del gioco. Fare spazio, regalare assist, dare un riferimento e tenere l'avversario incollato per creare la superiorità. Invece Petagna gioca rivolto verso la porta avversaria e cerca una profondità che non ha. Sembra quasi non giocare in funzione della squadra in alcuni momenti. Si scolla dal gruppo, resta lì davanti a cercare un corridoio giusto con lo sguardo. Dovrebbe fare a sportellate, far salire il Napoli. Invece la sofferenza nella gara contro il Crotone inizialmente è stata caratterizzata proprio dall'assenza di un riferimento in avanti.
In attesa di Osimhen si ha una sola sensazione: Andrea Petagna ha sprecato la sua chance. La sua grande occasione di mettere Rino Gattuso in difficoltà nelle scelte al rientro del nigeriano. Serviva qualcosa in più, nel gioco e nei numeri. Per Petagna è una stagione strana. Doveva essere il bomber di scorta, per ora è una riserva da rigenerare. Un'annata iniziata storta con la positività al Covid che gli ha fatto saltare il ritiro di Castel di Sangro e che non riesce a vederlo protagonista. Intanto Osimhen lavora e scalpita, mentre Zielinski trequartista può spostare Mertens di nuovo prima punta. Per Petagna ci sarebbe sempre meno spazio. E meno occasioni per riprendersi.