Simeone svela: "Sentivo di dover venire al Napoli, c'era qualcosa dentro di me..."

7 Ottobre 2022
- di
Emanuele Catone
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Giovanni Simeone
Tempo di lettura: 2 minuti

INTERVISTA SIMEONE NAPOLI - Per un calciatore argentino, la maglia del Napoli è sempre qualcosa di speciale. E lo è anche per Giovanni Simeone che, da quando è arrivato in azzurro, ha provato delle emozioni indescrivibili. Il Cholito ha segnato due gol fino a questo momento, entrambi in Champions League; il primo contro il Liverpool, il secondo con l'Ajax. E in una intervista a La Nacion, l'attaccante ha spiegato i motivi che lo hanno portato al Napoli.

Napoli, intervista a Giovanni Simeone

"Sentivo di dover venire qui. Al di là della grandezza di Maradona, di quanto sia competitivo come club: c'era qualcosa dentro di me che mi diceva che il mio posto era al Napoli, che dovevo venire qui. Non riesco a spiegarlo meglio. Io ascolto sempre le voci dentro di me ed era come una chiamata interiore questa. Il destino mi ha detto che dovevo venire al Napoli. A un certo punto la trattativa si era bloccata, eppure io non mi sono mai smosso, avevo un solo desiderio: venire qui. Non sono mai stato così bene come a Napoli, perché i napoletani sono come un mix tra italiani e argentini, proprio come me".

Su Maradona

"È stupendo, tutti qui ti parlano di Diego. Tutti, tutti, tutti. Ti dicono che hanno vissuto qualcosa con Diego. E te lo raccontano con passione, come se fosse successo ieri, e invece erano gli Anni '80. Non è qui fisicamente, ma lui c'è. I tifosi lo ricordano sempre, tutti i giorni. La gente qui soffre ancora di quella differenza tra nord e sud e Diego li ha salvati dall'oblio. Diego è gioia per loro, e va oltre il calcio. Dicono che ha dato loro gioia, visibilità e senso d'appartenenza. Questa è una città così appassionata di calcio che avere Maradona tra loro è un grande orgoglio. La gente qui ha un cuore grande, ti dà tutto, e Diego ha dato loro luce, speranza, li ha convinti di poter combattere contro il potente nord. È così che ti dicono ogni giorno. Ha lasciato un segno per sempre. Ad esempio, ora molti mi dicono: "Dato che non saremo in questo Mondiale, saremo tutti argentini". Ci si aspetta molto dalla nostra squadra in Qatar, ed è merito di Diego. L'Argentina fa parte di questa città".

Sugli obiettivi personali

"Penso a migliorarmi continuamente, uscendo dalla mia zona di comfort. Per migliorare te stesso devi uscirne e io mi sentivo pronto per il salto in una grande. Ho giocato e lottato per molti anni in Serie A per ottenere questa chance. È giunto il momento di confrontarsi e vivere con grandi, ottimi giocatori. Mi sento pronto".

Sul gol al Liverpool in Champions League

"In quel momento non pensavo a niente, mi lasciavo trasportare dalla magia del presente. Avevo sognato quel momento tante volte, quindi un po' lo avevo vissuto dentro di me e ora stava accadendo, così ho lasciato che tutto scorresse. Per quanto l'abbia desiderato mi è sembrato che l'avessi già vissuto, quindi in un certo senso erano solo gli altri a vedere quello che io avevo già vissuto dentro di me".

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