SCUDETTO NAPOLI INTERVISTA BIANCHI - Il Napoli si appresta a festeggiare la conquista del terzo scudetto della sua storia a 33 anni di distanza dall'ultimo trionfo tricolore. E a parlare dell'impresa degli azzurri è stato, in una intervista al Corriere dello Sport, Ottavio Bianchi, l'allenatore dello storico primo campionato vinto della squadra partenopea nell''87.
"Cosa dire a Spalletti? Bisogna semplicemente fargli i complimenti ma non banalmente: bisogna dirgli bravo, bravo, bravo per avere creato un modello di calcio. Una squadra che ha offerto di sé, spesso e non solo in campionato, la sensazione che fosse invincibile. Contro il Liverpool, contro l’Ajax, contro l’Eintracht sono state gare di elevatissimo contenuto tecnico, come è accaduto in moltissime sfide qua in Italia. Ci sono state gare nelle quali restavi incantato perché il Napoli pareva non avesse punti deboli".
"L’impossibilità di stabilire un peggiore, ammesso ce ne sia mai stato uno. Un Napoli che ha offerto un’immagine di sé forte e sicura, dentro una qualità altissima di calcio, tra prestazioni individuali e collettive che esaltavano il concetto di squadra. Il merito straordinario di Spalletti, semmai bisogna scegliere tra i tanti, è in quella espressione gioiosa".
"Non toglie nulla al Napoli, né mi permetto di mettere in discussione la qualificazione del Milan. Ma proprio ad aprile, dopo le soste, Spalletti ha dovuto confrontarsi con una serie di infortuni e di impedimenti che qualcosa gli hanno tolto. Nessuno sa come sarebbe andata a finire se ci fosse stato Osimhen all’andata. E comunque pure questo è il calcio, noi lo sappiamo bene. Che adesso si gioca su ritmi talvolta insostenibili. Se ti ritrovi con un microtrauma a inizio stagione, può darsi che in tre giorni tu riesca ad assorbirlo; ma se lo stesso microtrauma te lo procuri dopo sei mesi, allora di giorni potrebbero servirtene una quindicina. Certi problemi fisici hanno inciso. E poi nelle sfide dentro o fuori bisogna aggiungere anche altri fattori, l’imprevedibilità, il dettaglio, la statura dell’avversario e la sua esperienza. Io penso che il Real Madrid e il Manchester City abbiano tirato un bel sospirone di sollievo nel momenti in cui il Napoli è uscito: perché una che gioca in quel modo è una preoccupazione e sapere che non la incontrerai è una preoccupazione in meno".
"Speriamo. Stavolta si può. Si respira l’aria buona, le condizioni sono quelle create da De Laurentiis, da Giuntoli, da Spalletti, da una base che è di primissimo piano. C’è stato un progressivo innalzamento della soglia tecnica, con calciatori come Osimhen, come Kvara, come Kim e ci sarebbe da citarli tutti. Esiste una filosofia societaria che è la madre di questa affermazione così netta, limpida, indiscutibile, direi aritmeticamente bulgara".