Avv. Chiacchio: "Acerbi rischia 10 giornate, difficile la sua difesa"

20 Marzo 2024
- Di
Emanuele Catone
Francesco Acerbi
Tempo di lettura: 2 minuti

CASO ACERBI JUAN JESUS - In una intervista a La Gazzetta dello Sport, l'avvocato Eduardo Chiacchio, esperto di diritto sportivo, ha parlato del caso di razzismo Acerbi-Juan Jesus e di come si muoverà ora la Procura Federale.

Caso Acerbi-Juan Jesus, l'analisi dell'avvocato Chiacchio

"Si aspetta l’attività investigativa della procura federale a cui il giudice sportivo ha trasmesso gli atti: dopo che riceverà la relazione, sarà lo stesso giudice a decidere. È probabile che durante le indagini vengano sentiti non solo i due giocatori, ma anche l’arbitro e gli altri calciatori che erano nei paraggi. Tutto a partire da un caposaldo, che non sempre è chiaro a tutti: per condannare in un giudizio sportivo non è necessaria la prova oltre ogni ragionevole dubbio, ma basta un indizio con un grado di probabilità superiore alla media".

Sulla difesa di Acerbi

"È una strada stretta, non si parla di intenti e non ci si può appellare al fatto che sia la propria parola contro quella dell’altro. Sempre in base ai presupposti della giustizia sportiva, l’unico elemento da dimostrare è se abbia pronunciato o meno la famosa espressione: “negro”. Il giudice valuterà tutto come da prassi, anche i comportamenti del giocatore precedenti e successivi al fatto. Si chiederà anche perché Juan Jesus avrebbe mai dovuto riferire un fatto non vero. E ricordiamoci che l’onere probatorio è invertito, è Acerbi a dover dimostrare la propria estraneità ai fatti".

Sulle giornate di squalifica

"Acerbi dovrà rispondere alle domande, circostanziare i fatti e convincere gli inquirenti che, appunto con un grado di probabilità superiore alla media, non ha pronunciato quella famosa parola. Dal punto di vista tecnico rischia 10 giornate di squalifica, il minimo previsto dal codice per questo tipo di violazione. In caso di condanna, il giocatore con o senza la società potrà appellarsi alla Corte sportiva di appello nazionale e in terzo grado al Collegio di Garanzia del Coni, ma solo in caso di vizi di legittimità".

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