Gattuso: "Quando vinco la testa è sempre al prossimo impegno. Barcellona? Ce la vogliamo giocare..."

19 Giugno 2020
- di
Arianna Botticelli
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GATTUSO NAPOLI - Gennaro Gattuso, l'eroe della Coppa Italia portato in trionfo da giocatori e Presidente, è intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli a due giorni di distanza dal suo primo trofeo da allenatore. Ecco le sue parole.

Gattuso racconta la Coppa Italia

"Con Lazio, Inter e Juve sono state gare difficili. Con la Lazio eravamo in dieci, l'Inter ci ha messo in difficoltà e la finale l'abbiamo appena vista. Siamo migliorati e possiamo crescere. Da giocatore quando vincevo un trofeo pensavo al giorno dopo, a cosa fare per migliorare qualche difetto. Bisogna farsi trovare sempre pronti e avere la testa libera e questo faremo per le prossime partite di campionato. Verona? Affronteremo una squadra che ci metterà in difficoltà, è forte e aggressiva".

Gattuso racconta il ruolo dell'allenatore

"Sapevo che fare l'allenatore non sarebbe stato facile, non bastava essere stato un grande calciatore. Ho girato per imparare, ho fatto scelte difficili, ma è stato un percorso che io e Riccio abbiamo voluto fare. C'è sempre da imparare, ogni giorno ci sono tante cose nuove, ci sono colleghi bravi ma ci vuole anche tanta umiltà di apprezzare anche le cose nuove. Con la squadra sono il loro miglior amico e peggior nemico, ma non porto rancore verso chi sbaglia, passa tutto il giorno dopo".

Sul possibile quarto posto del Napoli

"Non lo so, l'Atalanta ha una gara da recuperare. Noi dobbiamo recuperare il nostro gioco, certo contano i risultati. Dobbiamo migliorare nella pressione o nel palleggio, dobbiamo tenere bene il campo, l'obiettivo è questo".

Verso Barcellona-Napoli

"Da parte nostra c'è la consapevolezza di affrontare una squadra più forte, ma ci arriviamo nel miglior modo possibile, con la condizione fisica giusta, anche quella mentale. Non sarà una vacanza, ce l'andremo a giocare, anzi vogliamo andare in vacanza il più tardi possibile".

Gattuso su Lippi

"E' stato un punto di riferimento per come gestiva la squadra, le risorse umane, i giocatori. Mi avvicino molto a come mi ha gestito. Ripeto, è un riferimento, se ho difficoltà penso a come agiva, alle decisioni che prendeva".

Sulla sorella Francesca

"Con mia sorella avevo un rapporto incredibile, a lei ero molto legato, in questi anni ha sofferto tantissimo, penso che la cosa più dura sia stata vedere l'abbraccio di papà e mamma, loro sono i genitori, solo loro sanno cosa si prova. Bisogna continuare, lei ora sta bene in cielo e spero che un giorno ci incontreremo tutti insieme per farci una chiacchierata". 

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