Raspadori: "Napoli è stata una mia scelta. Scudetto? Non è un'ossessione, ma ci penso..."

20 Dicembre 2022
- di
Emanuele Catone
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Giacomo Raspadori
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Tempo di lettura: 2 minuti

NAPOLI INTERVISTA RASPADORI - Giacomo Raspadori è il jolly di Luciano Spalletti. Prima punta, esterno, trequartista e ora anche mezzala di raccordo come il Griezmann visto al Mondiale. E il giovane attaccante azzurro ha raccontato i suoi primi mesi al Napoli in una intervista al Corriere dello Sport.

Napoli, l'intervista di Raspadori al Corriere dello Sport

"Il Napoli è stata una mia scelta precisa, sollecitato da ciò che mi dicevano Giuntoli e Spalletti: se mi passa la battuta, mi misero in mezzo, ero felicemente frastornato dalle loro parole, coglievo la fiducia. Non potevo sbagliarmi, non mi sono sbagliato. I trenta milioni spesi dalla società? Non mi spavento. Conosco ormai le dinamiche del mercato, so che può succedere- e con me è capitato - e che ci sono anche somme più rilevanti a definire certe operazioni. Fa parte del gioco. E stupirmi non avrebbe senso. Anzi, quasi quasi le dico che sono orgoglioso".

Sul sogno scudetto

"Sarei un bugiardo se fingessi distacco. Ma non è un’ossessione. È l’obiettivo per il quale lavoriamo, ma senza stress. Però ci credo: per conquistarlo servirà l’impegno di questi tre mesi e la capacità di dimostrare che l’abbiamo meritato. Le qualità del Napoli, finora, sono emerse".

Sul suo ruolo

"Nasco centravanti ma mi sta bene essere coinvolto, ritrovarmi dentro al campo, quindi mi vedo anche alle spalle di un attaccante. Ma l’evoluzione del calcio è secca, repentina, io sto qua per imparare e ne ho voglia".

Sul rapporto con Osimhen

"Sono preparato: Julian Alvarez, neocampione del mondo, al City ha giocato solo 356’. Neanche Haaland scherza.... È la dura legge dei grandi club, va in campo chi merita e chi sta fuori cerca di afferrare le occasioni che capitano. È la sana concorrenza, forse pure uno dei segreti per migliorarsi. Ed è la dimostrazione che stanno venendo fuori attaccanti destinati a dominare il palcoscenico internazionale per il prossimo decennio: Victor sta per compiere ventiquattro anni; il norvegese ne ha ventidue e mezzo; e Alvarez ne farà ventitré tra un mese. E aggiungeteci Mbappé: ventiquattro oggi".

Sulla Nazionale

"L'Europeo qualcosa di inimmaginabile. La forza di un gruppo fantastico, come questo del Napoli. Una sintonia che ha rappresentato la forza e un ct, Mancini, che ha saputo osare. La ferita del Mondiale è ancora aperta, non si è rimarginata, anche se adesso è tutto finito. Ma durante questo mese, mentre vedevo le partite degli altri, la sofferenza l’avvertivo".

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